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Tecnica

La verifica di sicurezza elettrica degli apparecchi elettromedicali (CEI 62/148:IEC EN 62353) in base al D.Lgs. 81/08 art. 71 e 81, dice che il datore di lavoro, secondo le indicazioni fornite dai fabbricanti o in assenza di queste, dalle pertinenti norme tecniche o dalle buone prassi o da linee guida, provvede affinché: a) le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione siano sottoposte a un controllo iniziale (dopo l’installazione e prima della messa in esercizio) e ad un controllo dopo ogni montaggio in un nuovo cantiere o in una nuova località di impianto, al fine di assicurarne l’installazione corretta e il buon funzionamento; b) le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni pericolose siano sottoposte: 1. ad interventi di controllo periodici, secondo frequenze stabilite in base alle indicazioni fornite dai fabbricanti, ovvero dalle norme di buona tecnica, o in assenza di queste ultime, desumibili dai codici di buona prassi; 2. ad interventi di controllo straordinari al fine di garantire il mantenimento di buone condizioni di sicurezza, ogni volta che intervengano eventi eccezionali che possano avere conseguenze pregiudizievoli per la sicurezza delle attrezzature di lavoro, quali riparazioni, trasformazioni, incidenti, fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività; c) gli interventi di controllo di cui alle lettere a) e b) sono volti ad assicurare il buono stato di conservazione e l’efficienza a fini di sicurezza delle attrezzature di lavoro e devono essere effettuati da persona competente. I risultati dei controlli devono essere riportati per iscritto e, almeno quelli relativi agli ultimi tre anni, devono essere conservati e tenuti a disposizione degli organi di vigilanza.

Le seguenti prescrizioni si applicano:

– alle prove effettuate prima della MESSA IN SERVIZIO;

– alle PROVE PERIODICHE;

– alle prove effettuate dopo la RIPARAZIONE.

Il livello e l’insieme delle prove devono essere scelti in modo da assicurare un’informazione sufficiente ed il livello di risultati di prova necessari per la valutazione della sicurezza dell’APPARECCHIO.

La Marsan Consulting contempla nel suo staff, tecnici abilitati all’esecuzione di tali verifiche.

Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolare manutenzione degli impianti e a far sottoporre gli stessi a verifica periodica. La richiesta di verifica, può essere fatta agli organismi individuati dal Ministero delle attività produttive.
La richiesta di verifica deve essere:
– biennale: per gli impianti installati nei cantieri, nei locali ad uso medico, negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio.
– quinquennale: per gli impianti installati in tutti gli altri ambienti.
Una volta eseguita la verifica, chi l’ha eseguita rilascia un verbale al datore di lavoro, il quale lo deve conservare in caso di controllo degli organi di vigilanza e per le successive verifiche.
Il verificatore, per poter effettuare la verifica, ha bisogno di tutta la documentazione riguardante l’impianto elettrico e cioè:
-Dichiarazione di conformità ai sensi della 46/90 o ai sensi del DM 37/08

-Quando previsto, progetto dell’impianto con tutti gli allegati necessari secondo 46/90 o DM 37/08, o una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà redatte da professionista abilitato in conformità all’art. 6 del DPR 392/94  e relativa relazione di conformità ai requisiti minimi di sicurezza richiesti, o
una dichiarazione di rispondenza redatta da professionista abilitato in conformità l’art. 7 comma 6 del DM 37/08. L’alternativa è desumibile dall’anno di realizzazione dell’impianto.
Se l’esito della verifica periodica sarà negativo in caso di  violazioni riferite agli articoli di legge il verificatore segnalerà nel verbale di verifica le motivazioni dell’esito negativo con riferimento agli specifici articoli di legge applicabili.
L’ organismo abilitato effettua una verifica straordinaria dell’impianto in caso di esito negativo della verifica periodica e/o in caso di modifica sostanziale dell’impianto.
L’effettuazione delle verifiche straordinarie non modifica la data di scadenza delle verifiche periodiche, che rimangono riferite alla data della prima dichiarazione di conformità dell’impianto.

La verifica periodica degli impianti soggetti al DPR 462/01 consiste essenzialmente nei seguenti passaggi:
· Analisi della documentazione presente al fine di constatare la consistenza dell’impianto e la corrispondenza ai requisiti minimi di sicurezza.
· Analisi visiva dell’impianto di messa a terra mediante la ricerca e ispezione dei picchetti e l’analisi dello stato di equipotenzializzazione degli impianti.
· Misura del valore della resistenza di terra.
· Prova dei sistemi di sicurezza a massima corrente e a tempo. Tale prova di solito dura circa 15 minuti per quadro elettrico con interruzioni ripetute di pochi secondi.
· Prova a campione della continuità dell’impianto di terra che consiste nel verificare che nelle prese provate sia presente e collegato adeguatamente l’alveolo centrale di terra.
· Prova a campione della continuità sugli impianti utilizzatori non in doppio isolamento quali distributori automatici, frigoriferi, lavatrici, forni, aspiratori ecc..
A seguito della verifica sarà cura dell’organismo far recapitare al cliente il  verbale, redatto dal tecnico che ha eseguito la verifica, con l’esito ed eventuali prescrizioni.

Essendo l’obbligo di far sottoporre a verifica periodica gli impianti, a carico del datore di lavoro, la mancata effettuazione di queste verifiche, in sede di attività di vigilanza, diventa un’inosservanza che viene contestata al datore di lavoro.

La Marsan Consulting verifica attentamente la rispondenza della documentazione a quanto obbligatorio per legge, e può coordinare l’esecuzione di tali verifiche.

I controlli strumentali per la verifica della tenuta della Gabbia di Faraday devono essere effettuati  almeno una volta l’anno.

L’obiettivo da raggiungere con l’uso della gabbia di Faraday, è quello di creare un sistema protettivo per l’attenuazione dell’energia elettromagnetica, in modo da ridurre il livello al di sotto della soglia di funzionamento dei componenti più sensibili delle parti elettroniche.
La progettazione di una barriera protettiva che riduca l’effetto del campo e.m. deve necessariamente tener conto del grado di attenuazione da raggiungere, che è intimamente connesso al valore delle soglie di sensibilità delle apparecchiature e quindi strettamente dipendente da quanto previsto dalla casa costruttrice della Risonanza Magnetica.
Gli elementi primari di protezione contro i campi elettromagnetici sono:

  • Lo shielding metallico, che garantisce la continuità elettrica su tutta la superficie interna della struttura.
  • Un adeguato impianto di messa a terra, a basso valore di impedenza, che costituisce una via preferenziale per i flussi di energia che investono direttamente la struttura protettiva, o che tentano di penetrarla accoppiati a cavi elettrici e tubazioni, che necessariamente devono collegare le apparecchiature RM o servizi interni all’ambiente schermato.

Le zone più delicate in una schermatura per la RF sono:

  • La porta di accesso al locale
  • La finestra visiva schermata e chiusa opportunamente (realizzata in genere in doppio vetro con intelaiatura in rame e rete schermante all’interno dei vetri)
  • Le bocche d’accesso delle tubazioni per l’immissione o l’espulsione dell’aria, che devono rimanere sempre aperte, elettromagneticamente schermate mediante reti meccaniche a forma di favo d’alveare.
  • L’armadio per l’ingresso dei cavi di alimentazione elettrica (alimentazione magnete, luci di servizio, luci di riserva, prese di servizio, etc.)

Per la verifica della tenuta della gabbia di Faraday vengono seguite le norme MIL-STD-285 (Military Standard Attenuation Measurements for Enclosures, elettromagnetic shielding for electronic test).

La Marsan Consulting contempla nel suo staff, tecnici abilitati all’esecuzione di tali verifiche.